mercoledì 4 settembre 2013

INDEFINITE HIATUS


MAGARI NON S'E' CAPITO E LO SCRIVO BELLO GRANDE, MA IL BLOG NON LO AGGIORNO DA UN PO' E PROBABILMENTE NON VERRA' AGGIORNATO PIU'.

GRAZIE A CHI HA MANDATO E CONTINUA A MANDARE RICHIESTE DI RECENSIONI. NON NE VERRANNO PIU' FATTE.

ECCO PERCHE' NON RISPONDO ALLE MAIL.

BYE BYE.

giovedì 4 aprile 2013

Two More Canvases


Firenze come Londra o NY. L'avreste mai detto? Storicamente e culturalmente sono certo di no, chi lo farebbe. Ma se vi dicessero che cinque ragazzi fiorentini (o giù di lì) sembrano scappati da Is This It, bhe, probabilmente nemmeno in questo caso ci credereste. Ascoltare per credere. I Two More Canvases sono un giovanissimo gruppo toscano che fa della proprio giovinezza (tutti tra i 17 e i 19 anni) un'innocente virtù. Innocente perché si lasciano travolgere da quelli che sono le influenze indie degli anni '00s senza opporre troppa resistenza. C'è il garage degli Strokes sì, ma anche tantissimo pop-rock UK. Una personalità ancora grezza, poco definita dalla giovane età, ma su cui si può lavorare puntando forte sulla parti vocali, capaci di passare da essere graffianti (come Casablancas appunto) all'essere dolci e melodiche, il tutto accompagnato da dei bei giri di chitarra. Un EP che promette bene, in attesa di una maturità che magari può anche attendere.

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giovedì 28 marzo 2013

Good luck


Tempo fa, parliamo del 2012, intervistai i Drink To Me, band piemontese uscita con l'album S. L'album in questione finì tra i miei preferiti italiani e addirittura in top 20 a fine anno. Nell'intervista, cinque domande a cui risposero molto gentilmente, parlammo di S, del passato e di "una sorpresa" per il futuro. Poco tempo dopo Marco, il cantante, mi inviò una mail con dentro una sua cover di Franco Battiato e mi chiese di promuoverla un po'. La cover spaccava e un po' di promo era il minimo per ripagare la loro disponibilità. Adesso il suo progetto solista, Cosmo, esce con un disco. E niente, questo post serve per far capire quanto sia contento di aver supportato, seppure in minima parte e con pochi meriti, un progetto nascente e ben lanciato.

Good luck :)

venerdì 15 marzo 2013

Me & Mr. Bowie


David Bowie è uno di quegli artisti inserito nel'immaginario collettivo della musica che, per motivi innati, sono sempre presenti nella vita. Beatles, Rolling Stones, Queen e, appunto, Bowie, sono dal momento in cui nasci nomi che circolano attorno al proprio concetto di musica, anche se magari non si è mai sentita una canzone o un disco, o addirittura non li si è nemmeno mai visti raffigurati in qualche rivista.
Il mio primo approccio con il Duca Bianco, a livello musicale stretto, fu per (ovvi?) motivi pubblicitari: la Volkswagen inserì Heroes nel proprio spot e io ne rimasi estasiato da quel ritornello in crescendo, da quel we can be heroes just for one day così enfatizzato, da quei synth di sottofondo. Lo stesso effetto me lo fece Perfect Day di Lou Reed, altro artista inserito in quell'immaginario collettivo già citato, ma questa è un'altra storia.
Crebbi e Bowie rimase comunque a una certa distanza. Non ero così appassionato di musica da voler approfondire o affrontare una discografia, soprattutto se di un certo spessore. I tempi cambiarono, Rebel Rebel fu quasi una colonna sonora per l'estate, fino a quando non ascoltai finalmente Ziggy Stradust e capii, finalmente, ma anche con un po' di rammarico per non averlo fatto prima, cosa mi ero perso. L'epicità di Starman, le emozioni di Five Years e il glam della titletrack mi aprirono un mondo fatto di arte e trasformismo. E non a caso Bowie è un vero e proprio camaleonte della musica. Dai ritornelli di Changes e Life On Mars, passando per il periodo berlinese di Low fino al pop immerso nella disco di Let's Dance. Non si esagera forse dicendo che David Jones (all'anagrafe) abbia prodotto i singoli migliori al mondo, ma questa è sempre un'altra storia.
Di quello che uscì tra gli anni '90 e il 2003 un po' me ne fregai: Bowie, ormai incastonato tra le icone della musica, stava avvicinandosi a quel periodo di parodia di se stesso. Ma i grandi artisti sanno sempre quando fermarsi. Dieci anni di silenzio. Silenzio misto cecità, perché di Bowie non se n'è più vista traccia. "Sta lavorando a un nuovo disco" disse qualcuno. Non gli si diede troppa importanza.
E' il 2013 ed è il compleanno di David: viene annunciato The Next Day. Il Duca Bianco compie il passo che non aveva mai compiuto: trasforma la vecchiaia in consapevolezza e la riversa nel suo modo di essere. Non più il camaleontico, innovativo artista, ma la celebrazione di se stesso. Dall'innovazione alla rinnovazione. Un omaggio a quella che è stata Berlino, un omaggio a quello che è stato forse il periodo di massimo splendore di David Bowie. A testimonianza di ciò la copertina di Heroes, mio punto di partenza, coperta dalla scritta The Next Day inscritta in un quadrato bianco. Il giorno dopo, il next step. Omaggiarsi e omaggiare sì, ma con uno sguardo al futuro, come sempre ha fatto, e l'occhio vigile al presente, ponendosi la domanda più emblematica che l'uomo si sia mai posto negli ultimi vent'anni: Where Are We Now?


sabato 9 marzo 2013

Cominciò così


Cominciò così, con un 9.1, un esame universitario a buon fine e questo disco come colonna sonora di una piovosa giornata primaverile. A quasi un anno di distanza siamo al punto di partenza: oggi c'è la pioggia, affronterò un viaggio verso un'altra città (non per un esame) e ci saranno i Beach House. Sta volta su un palco, non nello stereo. Anello che si chiude? Non lo so. E' vero che questo blog è un po' trascurato ma non ho intenzione di chiuderlo. Ha portato solo belle cose. Ne porterà ancora. E' quello che voglio.

E' quello che desidero.


venerdì 1 marzo 2013

The Next Day in streaming


Manca poco. The Next Day, il nuovo inaspettato album di David Bowie uscirà a breve. E intanto su iTunes è possibile sentire TUTTO il nuovo lavoro del Duca Bianco. Sì esatto. Qui sotto il link e una playlist per celebrare il tutto. Enjoy.

THE NEXT DAY - FULL STREAMING