martedì 26 giugno 2012

Ho riaperto il garage e..


Premetto che parlando di garage rock si potrebbe iniziare un discorso infinito su ciò che ha influenzato, ciò che influenzerà e ciò che ha creato nella musica. Ma sarò molto limitato. Semplicemente questo intervento è dedicato a tutto quello che mi ha suscitato il post di ieri sul nuovo album di Ty Segall. Appunto, come dice il titolo, è stato come scendere le scale e riaprire il garage impolverato e ritrovare un sacco di cose belle, usurate ma messe lì da parte, quasi dimenticate. Non perché inutili, semplicemente il nostro piccolo immenso cervello non riesce a tenere in considerazione tante cose. E' come se dovessi studiare ascoltando la musica mentre scrivi un post su Facebook e con una mano pulisci il pavimento: riuscireste a fare tutte queste cose bene? No. Male che vada studiate per bene, ma il resto lasciatelo perdere. Ed è per questo che gruppi come gli Stooges del sopraillustrato Iggy Pop o ancor prima i Sonics vengono un po' messi da parte nonostante tutto quello che hanno fatto. Stanno lì impolverati pronti a rispuntare fuori su un giradischi oppure molto romanticamente risentirne le sonorità in altre canzoni di altri gruppi, come Ty Segall appunto. Ritrovarli è poi tutta una conseguenza: rimetto sullo stereo i Black Rebel Motorcycle Club, uno dei miei primi amori; oppure tornare indietro ai primi anni '90 con i Brian Jonestown Massacre e il loro Take It From The Man, un misto tra garage rock e neo-psychedelia. Passando avanti col tempo arriverei sicuramente ai Black Lips con la loro goliardia da spiaggia e alle chitarre più '70s e psichedeliche dei Thee Oh Sees. In conclusione, un po' più nascosto tra gli scaffali non per minore importanza (last but not least) ma anzi, forse per maggior premura di tenerlo conservato, c'è il per sempre compianto Jay Raetard con Blood Visions. Sparato e diretto, breve come è stata la sua vita, ma che rimarrà per sempre conservato nei garage dei nostri cuori e della nostra mente. Pronto ad essere ritirato fuori ogni volta che ne sentiremo la mancanza.

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