giovedì 12 luglio 2012

All you need is Morrissey: Firenze, 11/7/2012

Breve anticipazione: chi scrive ama Morrissey.




"Who is Morrissey?" si chiede un Oscar Wilde distratto e quasi annoiato proiettato su un telone dietro al palco quasi a sdivinizzare e sconsacrare la figura e l'iconicità di Stephen Patrick Morrissey, più volte epitetato come l'Oscar Wilde della musica. Un gesto di modestia come a dire che il musicista in confronto allo scrittore, quello scrittore, non è niente. Ma non stasera Morrissey, non dopo questo concerto.
Firenze è splendida come sempre e rende il caldo sostenibile anche dopo due ore di fila per entrare. Curiosità: all'arrivo al Teatro dell'Opera troviamo già un gruppo di fans (molti inglesi, qualche spagnolo e qualche francese) che in una sorta di capitalismo aveva organizzato una lista di chi doveva mettersi per prima e in quale ordine davanti al cancello. "Le liste le fai al Peter Pan di Riccione!" urla un ragazzo. Si prende il mio applauso e poco dopo diventiamo pure amici scoprendo di essere quasi-compaesani. I cancelli aprono e al momento dello strappo del biglietto io e i miei due compagni d'avventura ci ritroviamo a correre verso il palco situato nella cavea del teatro. Seconda fila conquistata alla faccia degli inglesi. Fiatone e sudore ma ne varrà la pena, ne eravamo sicuri.
Kristeen Young ha aperto il concerto
Ad aprire il concerto c'è Kristeen Young: "Sembra Bjork" dice una vicino a me. "Sì, ma la voce è quella di Kate Bush" rispondo io. Avrete capito che la ragazza suona e canta un piano-rock-pop sperimentale. Il malloppo di capelli raccolti a mo' di Audrey Hepburn si muove su e giù come si muoveva il ciuffo nei tempi migliori di Morrissey e il mondo di cantare e di fare le piroette e le capriol-eyeyeyeeee sono simili. Non a caso gli apre il concerto. Brava ma un cd suo non lo comprerei nemmeno se me lo consigliasse Pitchfork.
Finita l'esibizione pre-concerto sul telone vengono proiettati video musicali che vanno dal rock'n'roll di Elvis Presley al glam dei New York Dolls, fino al pop di Nico post esperienza con i Velvet Underground.
Il pubblico
La luce del giorno inizia ad affievolirsi e i tecnici hanno già sistemato tutti gli strumenti: il concerto comincia puntuale. Sì, avete letto bene. Pun-tua-le. Prima volta in vita mia, meglio così, iniziavo a farmela sotto dall'emozione. Un lungo intro a luci spente accoglie sul palco la band e Morrissey. E Morrissey, splendido in camicia azzurra (la prima di altre due) e stivaletto da rocker.
"Florentia, Florentia" sono le prime parole e il pubblico impazzisce. You Have Killed Me è il primo pezzo e noi lì sotto, ma anche chi era più indietro, ci scaldiamo e scaldiamo le corde vocali come se anche noi fossimo con lui sul palco. Brano azzeccatissimo per le citazioni all'Italia come Pasolini. Un inizio col botto che prosegue con Still Ill del primo album degli Smiths. Degli Smiths sembrava che ne avesse un po' denigrato il repertorio:  Please Please Please Let Me Get What I Want e There Is A Light That Never Goes Out, quasi sempre presenti nei suoi concerti, erano sparite dalle scalette delle precedenti date italiane. Però poi più tardi con Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me sdoganerà un po' il suo passato culminando in I Know It's Over. Subito dopo rientra sul palco con la seconda camicia della serata e attaccando con Let Me Kiss You. Il pubblico inizia a cantarla e lui a quel punto non fa altro che girare il microfono e lasciarci fare. E' tutto troppo bello e non mi sembra vero di avere a pochi metri di distanza uno dei miei idoli. Tutto è ancora più bello con Everyday Is Like Sunday seguita da Shoplifters Of The World Unite. Il momento più crudo arriva invece con Meat Is Murder, accompagnata dalle immagini del documentatio "Meet Your Meat" che mostrano il "trattamento" perfido che subiscono gli animali prima di finire sui piatti di qualche ristorante. L'obiettivo era sensibilizzare e c'è riuscito alla grande.
Il finale è grandioso: How Soon Is Now. Come accennato prima la scaletta non è stata delle migliori vista la non presenza di alcuni brani come First Of The Gang To Die, ma la cosa che stupisce è come a trent'anni di distanza un uomo di oltre 50 anni riesca a fare ancora lo stesso effetto su un pubblico in cui erano presenti anche due generazioni dopo gli Smiths. Ho visto gente che ha tentato di salire sul palco come nei video del concerto a Salford nell'86 e Morrissey muoversi come se fosse alla prima esibizione.
Il concerto finisce e io appena realizzo che sia addirittura cominciato. Ma le emozioni e le note di questa serata le porterò dentro di me per sempre. Durante il concerto, tra una canzone e l'altra, Morrissey ha passato il microfono a qualche persona in prima fila chiedendo di fare un commento. Chiudo questo post citando due frasi di due spettatori:
"Il mondo è un posto migliore grazie a te."
"Essere qui con te mi rende la persona più felice sulla Terra. Grazie." 
Grazie Moz

Qui trovate la scaletta del concerto.

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